AREA RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE SOCIALE |
PROGETTI
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PROGETTO "CAMMINFACENDO"
CAMMINFACENDO è un progetto educativo con funzione preventiva volto alla promozione della socializzazione di minori. Il progetto si sviluppa intorno al centro di aggregazione giovanile CAMMINFACENDO
Il centro cerca di dare risalto in particolare al sostegno didattico e alla gestione del tempo libero a minori in condizione di rischio sociale. Il Centro sostiene attivamente tutte le iniziative che tendono allo sviluppo di una “cultura del minore” per cui il minore non sia soltanto fruitore di servizi, ma anche soggetto principale ed attivo della propria crescita.
Il centro è aperto lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16.30 alle 19.00
Destinatari: minori di un’età compresa tra gli 6 e i 17 anni (le famiglie devono rivolgersi all’assistente sociale di riferimento e sono favoriti gli inserimenti di casi in situazione di disagio, comunque in base alle disponibilità dei posti).
Inizialmente finanziato con i contributi della Legge 28 agosto 1997, n. 285, ad oggi i costi del centro sono completamente a carico del Bilancio dell’Ente.
Per gli utenti è un servizio gratuito.
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PROGETTO "MANO PER MANO"
Nell'ambito del progetto mano per mano il servizio eroga sussidi economici continuativi e temporanei sulla base di un apposito progetto assistenziale individuale volto al reinserimento sociale dell’utente in difficoltà. Nell’ambito di questo servizio viene predisposta, come condizione di accesso al sussidio economico, l’esercizio di una attività o di un servizio da parte dell’utente che non riveste carattere di prestazione lavorativa, ma la cui finalità di natura precipuamente assistenziale si fonde con una finalità educativa volta all'inclusione sociale.
L’utente che viene inserito nel progetto mano per mano è monitorato da un educatore la cui attività costituisce parte integrante dell’intervento.
L’intervento, caratterizzato dalla disincentivazione di ogni forma di mero assistenzialismo, mediante la responsabilizzazione e autodeterminazione degli assistiti ed al contemporaneo sostentamento economico degli stessi è finalizzato alla valorizzazione dell’inclusione sociale dei beneficiari ed è volto al superamento di ogni forma di mero assistenzialismo.
Il percorso può costituire anche uno strumento facilitante l’inserimento nel mondo del lavoro.
Destinatari: persone in difficoltà socio-lavorativa o con disabilità intellettiva e/o psicofisica, che abbiano assolto l’obbligo scolastico e che siano in grado di affrontare tali percorsi. La priorità è riferita alle situazioni di maggior disagio familiare e sociale valutate dall’equipe di riferimento.
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PROGETTO "VERSO L'AUTONOMIA"
Il servizio eroga sussidi economici continuativi e temporanei sulla base di un apposito progetto assistenziale individuale volto all’inserimento sociale dell’utente disabile. Nell’ambito di questo servizio viene predisposta, come condizione di accesso al progetto individuale, l’esercizio di un'attività o di un servizio da parte dell’utente che non riveste carattere di prestazione lavorativa, ma la cui finalità ha natura precipuamente educativa volta al superamento di condizioni di emarginazione.
L’utente disabile che viene inserito nel Progetto Verso L’autonomia è monitorato da un educatore con funzione di tutor la cui attività costituisce parte integrante del progetto. Questo tipo di servizio si differenzia dai Percorsi di Inclusone Sociale (P.I.S.) per la tipologia degli utenti fruitori del servizio.
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PROGETTO "AMICI A PRANZO"
Al fine di contrastare le situazioni di povertà estrema e di disagio sociale sul territorio dell'ovadese, dal mese di Dicembre 2013, è attivo il progetto "Amici a pranzo". Il progetto elaborato d'intesa tra Consorzio Servizi Sociali dell’Ovadese, la Caritas parrocchiale e la Conferenza San Vincenzo de Paoli consiste nell’offrire un pasto caldo in un luogo accogliente a persone bisognose del territorio e prese in carico dai servizi sociali di riferimento;
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PROGETTO ZERO SLOT
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Vai alla SEZIONE dedicata al progetto |
Con il Progetto ZEROSLOT il Consorzio Servizi Sociali mette a disposizione un nuovo servizio per le problematiche legate al G.A.P. (Gioco d'Azzardo Patologico).
Il Gioco d'Azzardo Patologico (GAP) è stato riconosciuto ufficialmente come patologia nel 1980 dall’Associazione degli Psichiatri Americani; ed è stato classificato nel DSM IV come "disturbo del controllo degli impulsi non classificati altrove". Il DSM IV ha definito il GAP come un "comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco che comprende gli aspetti della vita personale, familiare e lavorativa del soggetto". Il GAP può essere definito una "dipendenza senza sostanza" che in alcuni casi si accompagna all'uso di sostanze stupefacenti e/o di alcool (S. Blum), a problemi della sfera emotiva-affettiva-sessuale o a disturbi da deficit dell'attenzione con iperattività. Inoltre i giocatori possono essere a rischio di sviluppare condizioni mediche generali correlate allo stress come: ipertensione, ulcera peptica ed emicrania.
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